AMAZON: SE SI PERDE L’ENNESIMO TRENO QUALCUNO DOVRÀ DARNE CONTO

È passato poco più di un anno – era il 25 giugno 2021 – da quando il vice presidente della Global Innovation Policy di Amazon, Paul Misener, saliva a San Marino per la firma di un memorandum d’intesa, aprendo così la strada ad un’alleanza strategica per i servizi di innovazione e cloud computing. Alleanza strategica soprattutto per il nostro Paese, non solo sul fronte interno ma anche dal punto di vista geopolitico internazionale. Tale importante memorandum prevedeva anche progetti pilota in ambiti come la modernizzazione dell’apparato governativo, servizi per smart city, i big data, l’intelligenza artificiale.
Erano previsti corsi di formazione, sicurezza, sviluppo a supporto delle start-up e delle piccole medie imprese, non escludendo ulteriori aree di collaborazione: la nostra Repubblica si avviava così a grandi passi per diventare una sorta di hub tecnologico dove sperimentare in sicurezza ed Amazon avrebbe così portato in giro per il mondo il nome della Repubblica come esempio
virtuoso.

Che fine ha fatto allora un’opportunità che avrebbe potuto renderci laboratorio tecnologico, con risvolti rilevanti per le nostre aziende e per la stessa occupazione in un momento di cui ce n’è un gran bisogno? È una domanda che rivolgiamo al Congresso di Stato, al quale segnaliamo quanto sta accadendo nella vicina Italia: la realizzazione del cloud per la pubblica amministrazione è stata assegnata al raggruppamento costituito da Aruba e Fastweb (che utilizzano le tecnologie cloud del colosso USA Amazon – ebbene si! – e Microsoft Azure). A renderlo noto sono Difesa Servizi e il Ministero per l’Innovazione Tecnologica. Si tratterebbe di garantire una vera e propria digitalizzazione della pubblica amministrazione, a servizio concreto degli imprenditori e dei cittadini.

DOMANI – Motus Liberi ritiene che il Titano sarebbe potuto arrivare a questo risultato un anno fa, prima degli altri, come precursore e modello di riferimento. La sensazione allora è che si voglia rallentare un progetto vincente solo ed esclusivamente perché, per qualcuno, è impensabile che un tale scatto in avanti potesse derivare da un’iniziativa del Segretario di Stato Fabio Righi, espresso da quella che ad oggi, almeno al momento, è la forza politica più piccola della maggioranza. Se tutto è fermo, com’è possibile che qualcuno porti avanti riforme importanti nel campo dell’innovazione? Speriamo di essere smentiti dai fatti e che venga dato immediato impulso all’accordo con Amazon, altrimenti qualcuno dovrà spiegare ai Sammarinesi perché abbiamo perso l’ennesimo treno.

Il nostro partito ha una vocazione naturale per l’innovazione: non a caso in più occasioni abbiamo chiesto a gran voce interventi ormai improcrastinabili, dalla digitalizzazione fino allo sviluppo di settori innovativi, come quello degli asset virtuali e della nuova economia digitale, dimostrando di avere una visione proiettata verso il futuro.

Crediamo tuttavia che i soldi dei Sammarinesi debbano essere spesi in maniera virtuosa, in progetti comprensibili e necessari: in questo senso ci chiediamo se fra le necessità più impellenti possa rientrare il robot da usare in ambito chirurgico. C’è il timore – lo abbiamo sostenuto nelle opportune sedi – che finanziare progetti importanti senza avere adeguate certezze in merito all’organizzazione ospedaliera, volta anche ad affrontare un possibile riacutizzarsi del Covid del prossimo autunno, possa rappresentare un passo in direzione opposta rispetto all’innovazione auspicata.

DOMANI – Motus Liberi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *