Lo smart working (lavoro agile): una nuova opportunita’ per garantire sostegno sociale

Ogni periodo difficile porta con sé opportunità da cogliere: per questo vogliamo guardare allo smart working (detto anche “lavoro agile”) come ad un nuovo strumento di protezione sociale.

Ma cos’è di preciso lo smart working? Si tratta di una particolare modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, che consente una maggiore flessibilità riguardo all’orario ed al luogo fisico rispetto alla sede aziendale, attraverso l’utilizzo di strumenti telematici. 

Nella sessione consiliare appena terminata è stato presentato ed approvato, con alcuni emendamenti, il progetto di legge “Disciplina dello Smart Working”, che prevede una disciplina del tutto peculiare e specifica per l’ordinamento sammarinese.

Tra gli emendamenti presentati, riteniamo importante segnalare quello approvato relativamente all’art. 2: nel testo originario era indicato che lo smart working avrebbe dovuto essere garantito come priorità per invalidi, persone con disabilità e genitori o affidatari di figli minori di anni 12, mentre la modifica approvata ha eliminato ogni limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità, permettendo così ai genitori-lavoratori o membri del nucleo familiare di poter usufruire, nei casi in cui la propria attività lavorativa lo permetta, di una forma di aiuto maggiore; il tutto conciliando così la cura dei propri cari con un’attività lavorativa più flessibile.

La proposta si inserisce in una visione dagli orizzonti più ampi: quella di uno Stato sempre più attento al sociale, che proietta le forme di assistenza oltre la sola assistenza economica ed è impegnato nella definizione di nuove regole per vivere e lavorare, in cui l’attenzione ai più deboli ha un ruolo primario.

L’emendamento non deve essere inteso come soluzione dei problemi, ma come passo in avanti: non solo nel lavoro, ma anche e soprattutto in materia di assistenza alla disabilità, andandosi a collocare in una linea d’interventi che mai come ora assumono carattere d’urgenza. Uno tra i tanti che occorre portare avanti al più presto è l’istituzione della figura del caregiver, ovvero colui che quotidianamente si occupa dell’assistenza morale e materiale dei propri cari, affetti da disabilità, unitamente diritto al riconoscimento di un contributo economico per l’attività assistenziale svolta.

Se questo difficilissimo momento storico ci lascerà qualcosa di buono, sarà certamente l’opportunità di poter ripensare sin dalle fondamenta il funzionamento del nostro sistema economico, al fine di evitare il dissesto che deriverebbe da uno stop prolungato delle attività e di garantire comunque la possibilità di lavorare, diritto fondamentale garantito dall’art. 9 della nostra Dichiarazione dei diritti. 

DOMANI – Motus Liberi

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