Intervista di REPUBBLICA.SM al Presidente del Partito – 17.06.2019

Si sta andando contro la volontà popolare.

Per essere determinanti, come forza politica, importa anzitutto assumere un impegno. Specie nel momento in cui la nave “Paese” è sconquassata dalla tempesta. Ne abbiamo parlato con Fabio Righi di DOMANI – Motus Liberi.

  • C’è molta attesa per l’incontro di stasera dove, assieme alla lista federata Rete-MD, DOMANI – Motus Liberi annuncerà i contenuti di un’importante intesa, di che si tratta?

DOMANI – Motus Liberi, come forza politica autonoma, ha trovato un’intesa con Rete-MD. E’ un percorso di avvicinamento avviato ormai qualche tempo fa, basato sulla forte preoccupazione del Partito rispetto ai problemi del Paese, ma soprattutto sulla volontà di trovare le migliori soluzioni: per questo ci siamo concentrati sulle cose da fare, mettendo per il momento da parte le identità che sono evidentemente diverse. C’è un’intesa chiara sugli obiettivi da raggiungere e sulle politiche da porre in essere per portare il Paese fuori dalle secche. Non svelerò nulla ora, ma invito a prendere parte all’evento di questa sera. In ogni caso è chiaro che si tratta di un accordo storico, che pone al centro l’interesse del Paese: del resto, come si dice, tempi straordinari richiedono misure straordinarie.

 

  • In effetti l’ora è particolarmente grave, specie per lo stato in cui versa il sistema bancario. Cosa pensa a tal proposito degli effetti che potrà avere il cosiddetto “salvabanche”?

E’ necessario che il sistema bancario in generale recuperi la fiducia sulla quale si basa la sua tenuta. E’ un bene che si vogliano tutelare i correntisti, ma è impensabile che un sistema possa sopravvivere – e non c’è legge che tenga – se si chiude una banca all’anno (la media più o meno degli ultimi tempi). Inutile o comuque magra consolazione intervenire ex post per salvare i correntisti. In altri Paesi, anche davanti a problemi gravi, si evita di chiudere le banche, si isola e si combatte il problema ma non si distrugge il sistema. Come dicevo la fiducia è elemento cruciale e se noi pensiamo di far chiudere continuamente le banche, quell’elemento inevitabilmente si perde e poi diventa quasi impossibile recuperarlo.

 

  • La legge per la risoluzione delle crisi bancarie è stata approvata venerdì, contestualmente alla legge sulla commissione di inchiesta che mira a far luce su Banca CIS e sulle altre crisi bancarie. Servirà a fare chiarezza e a ridare fiducia?

Io credo che, perché la gente abbia di nuovo fiducia, sia necessario che il Paese si riappropri di uno stato di diritto che è forse venuto un po’ a mancare. E’ utile se si vuole avere un’idea più chiara, dal punto di vista politico, su che cosa è successo in particolare negli ultimi anni. Ultimamente, tuttavia, sembra ci sia un po’ di confusione tra i vari poteri dello Stato. La ristrutturazione dei poteri dello Stato merita attenzione, è un tema che va posto al centro. Bisogna fare in modo che ciascun potere lavori per risolvere gli evidenti problemi nell’ambito delle proprie competenze.

 

  • Ultimamente avete alzato molto l’attenzione sulla UE. Può spiegarci il perché?

Abbiamo rialzato l’attenzione sulla UE perché, a nostro avviso, ci troviamo davanti ad un percorso pericoloso, che peraltro sta andando contro la volontà popolare che è stata espressa con il referendum del 2013, in cui è emerso un messaggio chiaro anche se non è stato raggiunto il quorum.

A seguito delle nostre obiezioni è arrivata la risposta che non si sta andando verso l’adesione bensì verso un accordo di associazione. A nostro avviso, di fatto, si tratta della stessa cosa: generalmente con l’accordo di associazione si contrattualizza un percorso che ha come finalità l’adesione, seppur dilatata nel tempo ed a seguito di un iter più ampio. Non è un’adesione “secca”, perché non abbiamo un ordinamento adeguato. Secondo noi è un pericolo prima di tutto perché del contenuto delle trattative non si sa praticamente nulla, in secondo luogo perché si parla di recepimento dell’acquis comunitario senza avere un’idea di che tipo di deroghe saranno previste e senza chiarire, in ogni caso, che le deroghe sono generalmente a termine e non sono per sempre. Temiamo dunque che arriverà il momento in cui, a seguito del percorso avviato, si arriverà all’adesione. Nella sostanza l’acquis comunitario viene recepito quasi integralmente e questo è chiaro anche leggendo gli allegati pubblicati dalla Segreteria dopo i nostri comunicati della scorsa settimana.

In altre parole, è come se una persona dicesse di non voler costruire una casa e le venisse risposto che non si sta costruendo la casa ma solo le fondamenta. Un domani che cosa accadrà? DOMANI – Motus Liberi non è per un Paese chiuso, anzi ritiene che i medesimi obiettivi che si vorrebbero ottenere con l’accordo di associazione, sacrificando la nostra sovranità, si possano invece ottenere andando a rinegoziare degli accordi esistenti, che hanno già come obiettivo quello di agevolare i rapporti commerciali. Ovviamente quegli accordi vanno rinegoziati ed ampliati, ma senza recepire gran parte dell’acquis comunitario che, a parer nostro, rappresenta un pericolo per il nostro Paese. A questo deve aggiungersi che il testo dell’accordo di associazione non è mai stato condiviso e ad oggi non sono chiari quali siano le esatte finalità, il preciso impatto che avrà sul sistema-Paese nel tempo e soprattutto i costi. Abbiamo partecipato a qualche serata pubblica ma queste tematiche non sono state sviscerate. Anche a livello consiliare ci è parso che il dibattito sia stato ridotto ai minimi termini. Ribadisco che il Partito che rappresento non desidera che il Paese rimanga chiuso all’interno dei propri confini, come si tenta di far credere, ma è fermamente convinto che nell’aprire il Paese verso l’esterno non si possano sacrificare quelle peculiarità che rendono o potrebbero rendere, ovviamente nella legalità, il sistema competitivo. Se l’ordinamento del nostro Paese venisse, come probabilmente sta avvenendo, allineato a quello europeo senza avere spazi di competitività, chi sceglierà San Marino come Paese in cui investire? Per intensificare le nostre relazioni commerciali c’è strumento e strumento.

 

  • Perché è importante partecipare all’incontro di stasera?

E’ importante perché, davanti a tutto quello che è accaduto negli ultimi anni, è chiaro che il 2019 sarà l’anno in cui avrà inizio una nuova fase politica, per il prossimo decennio ed oltre, dove la differenza la faranno l’agenda nei confronti del Paese e la proposta di nuove politiche. E’ ormai inconfondibilmente chiaro, infatti, che possiamo mettere fine a politiche disastrose e divisive solo cambiando gli uomini, giovani e vecchi, che da anni le portano avanti.

E’ giunto il momento, dunque, che l’impegno di DOMANI – Motus Liberi diventi ancora più operativo e che il Partito entri nella competizione politica. L’appuntamento è a questa sera, ore 19:30, al Palace Hotel.

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